Una speranza in più nella lotta ai tumori dall’Università di Pisa

apr16_tumoriEliminare una proteina rende le cellule tumorali inattive, evitan­do così che queste ultime si spo­stino verso i tessuti sani. E’ la scoperta di un gruppo di ricercatori dei Labora­tori di Scienze mediche dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superio­re Sant’Anna di Pisa, diretto da Debo­ra Angeloni. Potrebbero dunque aprir­si nuovi scenari per la messa a punto di farmaci di ultima generazione, in grado di evitare la proliferazione delle cellule cancerose. La ricerca è stata da poco pubblicata sulla rivista scientifica in­ternazionale “Oncontarget” ed è stata finanziata dall’Istituto Toscano Tumo­ri, impegnando centri di ricerca italia­ni e stranieri, con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa a fare da capofila.

Si è scoperto che la proteina denomi­nata “Mical2” aiuta le cellule cancero­se a staccarsi dalla massa tumorale per andare a colpire organi sani che sono distanti. I ricercatori hanno osservato per la prima volta che la proteina “Mi­cal2” è presente in misura significativa nel carcinoma gastrico e in quello re­nale, in particolare negli stadi più ag­gressivi della malattia, ma è assente nei corrispettivi tessuti normali. Inoltre, le cellule tumorali in cui è presente tale proteina, sono localizzate proprio nel fronte invasivo del tumore e nelle mas­se distaccate che, in un secondo mo­mento, “colonizzeranno” organi distanti per formare nuove metastasi. Quando la proteina “Mical2” viene eliminata dal­le cellule tumorali, mediante tecniche di ingegneria genetica, esse tornano ad acquisire una forma “normale”, presen­tano una minor capacità di proliferare e, soprattutto, non appaiono più in gra­do di invadere la matrice circostante.

La proteina “Mical2” è capace di influen­zare tutti questi aspetti, probabilmen­te grazie alla sua capacità di modifica­re in maniera chimica un componente fondamentale dell’ “ossatura” della cel­lula, la “F actina”.

Tali premesse suggeriscono dunque che la proteina “Mical2” sia un “biomar­catore” per diagnosticare la progres­sione del tumore: più è presente più il tumore è avanzato. Ma la proteina “Mi­cal2” può essere anche un possibile bersaglio terapeutico nella prevenzio­ne del processo di aumento delle me­tastasi.

“Caratterizzando meglio il meccanismo di azione della proteina “Mical2” – spie­ga la coordinatrice Debora Angeloni nell’annunciare la scoperta – e il fatto che venga ‘accesa’ nelle cellule tumora­li ci consente di puntare alla progetta­zione di farmaci che possano bloccare la diffusione delle cellule tumorali.

Le metastasi, uno dei tratti distintivi della malattia tumorale, sono perlopiù tipiche delle fasi avanzate del tumore e sono responsabili della maggior parte delle morti per cancro.

L’ostacolo principale alla loro elimina­zione – continua Debora Angeloni – è la resistenza ai farmaci chemioterapici o ai trattamenti radioterapici. Spesso, in­fatti, le cellule metastatiche presenta­no nuove mutazioni genetiche rispetto al tumore di origine, che ne complica­no il trattamento.

Tuttavia, una migliore comprensione dei meccanismi biologici che stanno alla base dello sviluppo metastatico – conclude la ricercatrice che ha coordi­nato il gruppo autore della scoperta – consentirà di sviluppare trattamenti sempre più specifici ed efficaci”.

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