Siro Borgioli: la sua storia è un’epopea
CHIESINA UZZANESE – Farsi raccontare la propria vita da una persona come Siro Borgioli è un’occasione unica: equivale alla fortunata possibilità di aprire una finestra sulla forza creativa che può abitare in ognuno di noi. Incontro Siro Borgioli nell’abitazione di famiglia di Chiesina Uzzanese, una bellissima casa d’un tempo dove, dopo un po’ di peregrinazioni che non vedo l’ora di raccontarvi, ha trovato un porto sicuro. Entro nel suo studio, una stanza ricolma di oggetti ordinati, e rimango esterrefatto: un’intera parete è infatti dedicata ad un dipinto che, in basso a sinistra, riporta una firma e una data: “Siro Borgioli, 1974”. “È la storia della mia vita” mi racconta Siro. Una storia che comincia proprio in quella casa.
LA GUERRA – Siamo nel 1940. Siro ha 17 anni. Ed ha una gran voglia di studiare. “Ero un giovincello che aveva la ferrea volontà di stare sui libri”. E, per farlo, Siro parte. Parte per andare a La Spezia, seguendo il consiglio di un amico di paese. All’Accademia navale. “Non avevo mica pensato che ci fosse il pericolo di andare in guerra. L’Italia era ancora neutrale, ma Hitler aveva già invaso la Polonia. Potevo averci pensato…”. Se ci avesse pensato, Siro non avrebbe probabilmente vissuto la vita che ha vissuto. “Da bamboccio qual’ero, mi trovai a fare il guerriero”. E, il guerriero, Siro lo fece particolarmente bene, con quattro medaglie in bacheca. In mezzo, la prigionia-detenzione in Spagna, dopo l’affondamento della sua nave. Periodo nel quale Siro confermò le doti artistiche dimostrate già in collegio, a Giaccherino, quando dai frati si trovò a dirigere il giornalino dell’istituto: “Fondammo ‘La Scia’, una specie di giornale di prigionia che io mi curavo di redigere e, anche, disegnare”. Vederlo alambiccarsi per la grande libreria alla ricerca di quei fogli rilegati insieme, racconto di un periodo così difficile e così diverso, è stato veramente affascinante.
ROMA, IL MINISTERO – Nel dipinto la vita di Siro prosegue con una colonna e un capitello. “Quello è il mio periodo romano, quando prima come militare e poi come civile lavorai al Ministero della Marina”. La sua indole creativa non si ferma mai. Fu proprio in quel periodo che il signor Borgioli dette alle stampe il suo primo romanzo, “il Bacio”. E fu allora che non chetò la propria sete di conoscenza. Fu laurea in Lingue e letterature straniere. Presa dopo una maturità magistrale acquisita con uno stratagemma del quale vi racconto solo la fine. Siro si trova convocato in presidenza: “Siamo divisi in due sul suo tema – gli spiega il preside – una metà la vorrebbe cacciare a pedate perché è andato fuori tema, l’altra metà la trova talmente geniale che le vuol dare dieci. Lei come la vede?”.
“ORA BASTA, MI DEVO SPOSARE” – Fu in quegli anni che il signor Borgioli prese una decisione: “Mi devo sposare”. Per questo, prima ancora di trovar moglie, comprò casa. Una bella casa, in zona Montemario, ovviamente a Roma. “La prima cosa che comprai fu un pianoforte”. Perché l’impellenza creativa è sempre presente nell’epopea di Siro Borgioli. Impellenza che non escludeva un forte amore per la musica, basato sugli studi fatti da giovinetto, in collegio. “Ho scoperto negli ultimi anni come comporre grazie al computer”. Ma questa è un’altra storia. Torniamo agli “anni romani”, quando Siro cerca moglie. E la trova – il caso volle – ad un matrimonio. Quello della sorella. Al quale non doveva neanche partecipare: “Arrivai a Chiesina da Roma e vidi quella che diventò mia moglie”. Una giovane milanese bellissima. Di cui Siro – lo giura – si innamorò subito.
CHIESINA – Balziamo ora al 1973. Forte della pensione maturata in guerra e sul campo, al Ministero, alle prese con impieghi amministrativi “segreti”, Siro si trasferisce nel paese natio. E torna, quindi, sposato e insegnante, a Chiesina. Dopo anni passati in cattedra, diventa amministratore di una florida ditta. La sua bravura in così tanti campi professionali fa il pari con la sua innata volontà creativa: “L’ultimo romanzo l’ho pubblicato nel 2009”. Non solo: Siro Borgioli ha anche composto opere poi eseguite in cattedrale, a Pescia. E uno dei suoi libri, il racconto romanzato dei suoi anni in divisa chiamato “L’Odissea di Ettore”, è stato pluripremiato ed è stato presentato in moltissimi circoli degli ufficiali della Marina militare italiana. Raccontando la forza grande di una vita varia. Che abita e vive, come tante altre vite eccezionali, nella nostra Valdinievole