Paola Pacini, una vita insieme ai bambini dell’asilo di Nievole
Una vita dedicata all’insegnamento, ai suoi “bimbi” e alla scuola. Paola Pacini, insegnante dell’asilo di Nievole a Montecatini, è andata in pensione dopo 40 anni di lodevole servizio. E’ stata anche festeggiata in Municipio dal sindaco di Montecatini Giuseppe Bellandi, dal presidente del consiglio comunale Andrea Rastelli e dall’assessore Bruno Ialuna. Un traguardo non indifferente che anche noi di Quello che C’è abbiamo voluto celebrare dedicando a lei e alla sua storia la pagina del “Personaggio del Mese” ed una bella intervista. Paola Pacini è originaria di Ponte Buggianese e, giovanissima, si è diplomata a Pescia con la qualifica di “maestra di scuola elementare”. Dopo due anni, nel 1976, Paola ha iniziato a lavorare nella scuola dell’infanzia di Nievole. E li è iniziata la sua avventura professionale che l’ha portata attraverso 2 generazioni di ragazzi, tutte nella stessa scuola. «In tanti anni di insegnamento – racconta Paola Pacini a Quello Che C’è – ne ho viste davvero di cotte e di crude. In quella scuola ho passato buona parte della mia vita. Quando avevo 20 anni già insegnavo: per me quelli erano gli anni dell’incoscienza, era tutto nuovo ai miei occhi poco più che bambini. Gli anni dai 25 ai 50, invece, sono stati quelli della maturità, passati insieme alla mia collega Graziella, poi diventata anche la mia migliore amica. Probabilmente gli anni più belli: ogni anno era ricco di crescita professionale, non c’erano problemi. Con i bambini organizzavamo tante feste, tantissime recite. Le mie preferite riguardavano quelle ispirate a novelle toscane… anche se a dire il vero non abbiamo mai smesso di organizzare recite: proprio l’ultima è stata la mia preferita, con un recital su Pinocchio seguito da una gita al parco di Collodi». Qualche problematica con i ragazzi? «Si, ci sono stati bambini davvero scatenati negli anni. Ma in tutti i casi io e le maestre, insieme ai genitori, siamo riusciti a correggere i comportamenti e a renderli più educati». I bambini in generale sono cambiati negli anni? «Secondo me si: negli anni 80’ i bimbi erano più agitati. Ora si aprono con difficoltà, sono timidi e vanno saputi ascoltare. La famiglia stessa è cambiata: adesso ci sono molte più separazioni rispetto a prima, anche se i ragazzi che ho avuto alla scuola di Nievole venivano sempre da famiglie semplici, senza grosse problematiche: probabilmente in città sarebbe stato diverso ». Cosa ha insegnato ai suoi bambini? «L’educazione e il rispetto, prima di tutto. All’asilo sono bambini, ma già da giovanissimi è bene insegnare loro una buona educazione. “Buongiorno Maestra”, “per piacere”… forse sono una maestra all’antica, ma è con il rispetto nella piccole cose si fanno gli uomini e le donne di domani». Cosa serve per fare la maestra per così tanti anni? «Per fare questo lavoro serve tanta, tantissima serenità ed equilibrio, altrimenti non si trasmettono buoni valori ai ragazzi». Un consiglio che si sente di dare alle prossime generazioni di maestre, alla luce della sua esperienza di vita? «Onestà. Nel lavoro e nella vita ripaga sempre. Ma soprattutto è importante saper riconoscere le persone sbagliate, quelle che ti vogliono danneggiare: quelle è importante tenerle lontane dalla propria vita professione e non, facendo in modo che non riescano nel loro intento». E adesso che si gode la meritata pensione… come passerà le giornate? «In tranquillità, finalmente. Ho una bella casa con un bel giardino: faccio l’orto, mi prendo cura delle piante. Poi vengono le amiche a trovarmi, parliamo. Relax, cose semplici».