Montecatini Alto: Perla della Valdinievole
Montecatini Alto, piccolo borgo di origine medioevale, diventato luogo di interesse per il turismo, racchiude in sé fascino e l’eleganza che lo contraddistingue dai borghi vicini, conservando ancora oggi aspetti caratterizzanti il periodo del medioevo. Dislocato su uno dei colli che circondano la Valdinievole, possiamo definirlo come l’anello di congiunzione tra le grandi città toscane di Firenze e Lucca. Tra le pagine della storia viene ricordato per essere stato protagonista di battaglie efferate che hanno culmine con la quasi completa distruzione della fortezza per poi rinascere forte e vigoroso dopo il 1554.
Attraverso gli occhi esperti e devoti della signora Paola Galassi Iozzelli, presidente della associazione Pro Loco di Montecatini Alto e la compagnia della sua giovanissima collaboratrice Diletta, siamo riusciti a fare un tour completo tra le mura della città, visitandola tranquillamente a piedi e soffermandoci sui luoghi di maggior rilievo e importanza, scoprendo piccoli aneddoti che la riguardano. Ad oggi è molto facile raggiungere il colle di Montecatini Alto attraverso la strada panoramica che da Montecatini Terme arriva dritta al grande parcheggio sotto le mura. In alternativa è possibile recarsi con la funicolare, creata alla fine del milleottocento, che in circa dieci minuti permette il raggiungimento del piccolo borgo, al tempo capoluogo e punto focale importante. Ci sono poi i percorsi che si snodano in mezzo alle campagne circostanti attraverso i quali è possibile ammirare le bellezze naturalistiche tipiche dei paesaggi toscani: uno è il percorso della “Corta” che parte dalla linea della funicolare costeggiandola, fino ad arrivare in cima alla stazione; gli altri due percorsi, invece, sono collegati inizialmente da un’unica strada nei pressi della Casina Rossa la quale diramandosi permette di scegliere due diversi cammini: “via della Foresta”, che giunge fino al monastero delle suore benedettine e “via Amore”, conosciuta anche poiché era la via che veniva usata dai carri in passato per raggiungere Montecatini Alto. In qualsiasi modo si voglia raggiungere la cima, il panorama è mozzafiato: la vista suggestiva della valle e del padule di Fucecchio riempiono la vista permettendo di immortalare con scatti suggestivi un momento trascorso.
Proseguendo il tour verso il centro storico veniamo avvolti dai vicoli adiacenti alla piazza, che nonostante siano ad oggi case abitate e rimodernate, presentano ancora degli elementi decorativi simbolici del periodo medievale nella facciata e sui frontoni, mischiandosi in maniera armoniosa con il gusto un po’ retrò delle attività commerciali presenti. Arrivati nella piazza Giusti l’atmosfera che si percepisce è amplificata rispetto a quella dei vicoli circostanti. È possibile notare quasi da subito che la piazza è un anello di congiunzione tra le due chiese principali del borgo: la Chiesa di San Pietro, ubicata nella Rocca di Castel Vecchio e la chiesa del Carmine posta nella Rocca di Castel Nuovo vicino alla Torre dell’ orologio. Salendo in piazza Giusti verso la Rocca di Castel Vecchio sulla destra incastonata tra le attività commerciali è possibile scorgere, passato il cancello di ferro battuto di pregevole fattura, una cappellina contente affreschi religiosi ed ad oggi dedicata a tutti i caduti di guerra. Poco più avanti sempre sul lato destro della piazza si ha libero accesso ad un loggiato detto “Parlascio” che aveva la antica funzione di ospitare assemblee popolari e il mercato. La parte superiore, già scuola, venne ampliata nei primi anni del novecento e ribattezzata “Teatro dei Risorti” svolgendo la doppia funzione di teatro e ristorante fino ad oggi. La struttura anche se rimodernata, continua a mantenere il proprio fascino antico. Chiude il tour della piazza il palazzo del Podestà, riconoscibile dai grandi stemma nobiliari che dominano sulla facciata.
Come ci svela la signora Paola Galassi, veniamo a conoscenza che dalla dimora antica del Podestà era possibile uscire senza esser visti, da un passaggio segreto sottostante la casa che sbucava nelle campagne circostanti che proseguiva verso l’attuale monastero delle suore benedettine. La dimora ospitò il nobile fiorentino della famiglia de’Medici, Cosimo primo che assalì e distrusse case e mura lasciando in piedi delle 7 porte di accesso al paese solo la Porta di Borgo e quasi tutte le torri presenti rasando al suolo anche la biblioteca contenente tutti i libri antichi, distruggendo la storia antecedente al 1554. Del borgo di Montecatini Alto delle torri, che erano 25 in tutto prima della strage, ne sono rimaste 8. La più conosciuta è quella dedicata al medico Ugolino Caccini detto Ugolino da Montecatini che per primo trattò lo studio delle acque termali in campo scientifico lasciando in eredità ai posteri il “Tractatus de Balneis”.
Le due chiese La chiesa posta in cima alla salita dove si trova la rocca antica è quella di San Pietro Apostolo ricostruita sopra la allora chiesa dedicata a San Michele . La chiesa è stata rialzata notevolmente rispetto alla struttura originaria ma, al suo interno è possibile scovare le antiche colonne romane incastonate adesso nella struttura barocca. Nei locali adiacenti alla chiesa troviamo un museo dove sono esposte reliquie religiose e oggetti di manifattura antica e un piccolo presepe permanente. Molto suggestivo e affascinante l’affresco del “Cristo in gloria tra gli angeli” recuperato dalla ormai fatiscente chiesa di Santa Margherita e riposizionato attraverso la particolare e complessa tecnica dello “strappo di affresco” nell’attuale chiesa di San Pietro. Doveroso è inoltre ricordare che nella parte adiacente i locali della chiesa è custodito un antico reliquiario di pregevole fattura contente la reliquia della santa martire patrona di Montecatini, Santa Barbara. Un piccolo mistero avvolge inoltre la storia di questa antica chiesa: si vocifera che la chiesa fosse stata costruita in quel punto dall’antico ordine medioevale dei cavalieri dei Templari e che fosse una delle tante chiese tracciate sulla mappa dal suddetto ordine ma, come precisa la nostra cicerone Paola Galassi, nessuno sa se siano solo leggende o realtà. Uscendo dalla chiesa ci spostiamo verso la Rocca Antica, ambiente circoscritto da alte mura che ha forma pentagonale “inusuale per una rocca e si crede che la particolare forma richiami ai riti pagani esoterici dell’epoca” ci informa la signora Paola Galassi Iozzelli, il tutto suggellato da una piccola torre molto meno alta di quanto era in origine. Attraverso dei recenti scavi è stato possibile individuare i resti di un nucleo abitativo risalente al dodicesimo secolo.
Oggi la rocca, di giorno aperta a tutti, viene spesso utilizzata per eventi ricreativi sociali. Uscendo dalla Rocca Antica, costeggiando il perimetro esterno, ci imbattiamo nel seggiolino in pietra dove il poeta monsummanese Giuseppe Giusti era solito ristorarsi e chissà, forse trovava anche la giusta ispirazione per un nuovo componimento. Il tour del paese prosegue verso la visita della parte opposta dove si trova la Rocca di Castelnuovo, non più esistente. Attraversando il borgo, i suoi vicoli ramificati, appaiono ancora incantevoli e quelli che ospitano ristoranti o caffetterie fanno da cornice; i colori pastello dei loro arredamenti da esterno e le profumatissime piante di fiori conferiscono un’aria molto francese, quasi provenzale a tutti coloro che si imbattono in quei percorsi. Arrivati nella Piazza Camisa si intraprende una salita che porta verso la ex Chiesa di San Sebastiano. Sul lato sinistro di questa strada in salita, che prende il nome dallo storico Leone Livi, è possibile fermarsi ad ammirare un’antica croce artigianale completamente in legno dove sono riprodotti, sempre in legno, simboli che richiamano all’avvenimento della passione e della crocefissione come il gallo, l’orecchio, le vesti insanguinate, ecc. Nella via sono presenti le antiche case nobiliari, tra cui la casa della famiglia Broccardi: esiste un componimento poetico in cui si descrive una giornata delle vita nobiliare dei coniugi Broccardi, che fanno a gara tra loro per stabilire chi si alzerà prima dal letto, impiegando tutta la giornata per decidere e facendo calare la notte che si conclude con la loro decisione di rimanere a letto perché la giornata è terminata. Giunti in cima alla ripida strada, ci troviamo di fronte la struttura della piccola chiesa di San Sebastiano, che mantiene ancora un po’ del suo antico fascino con il portico risalente al diciassettesimo secolo. Proseguendo, si giunge fino alla chiesa del Carmine, dove di fronte troviamo l’antica torre dell’ Orologio.
La chiesa all’interno è molto più austera e semplice rispetto a quella di San Pietro posta nella parte della Rocca Antica, ma comunque lo stile in tardo barocco le conferisce un aspetto solenne. Di fronte alla chiesa troviamo la torre dell’orologio, di cui si hanno notizie della sua esistenza solo dalla metà del millecinquecento. A quei tempi, non aveva un quadrante e batteva le ore tramite una campana posta alla sommità. Nel milleseicento fu spostato dalla torre causa lavori, per poi essere riposizionato a lavori ultimati. Nel milleottocento fu messo a punto il sistema a sei ore, detto “alla romana”, ancora oggi in uso seppure elettrificato. Inoltre “ l’ambiente, e soprattutto la scala che porta al meccanismo dell ’orologio, è stato messo in sicurezza ad opera della pro loco”, ci assicura Paola Galassi Iozzelli “e pavimentando l’interno della torre con legni di recupero presi da una vecchia pavimentazione della rocca antica” e anche se non è possibile raggiungere la cima per ammirare da vicino il meccanismo di funzionamento, già osservandolo dal basso la visuale è attrattiva e quasi fiabesca facendo sembrare che il tempo, scandito dal passare delle ore, si sia fermato lì, in quella torretta. Il tour per le vie del Borgo volge al termine e dirigendosi verso la valle, costeggiando le mura basse è possibile continuare a beneficiare della sublime vista della valle sottostante, ripensando a tutto ciò che di bello e istruttivo offre il turismo, soprattutto quello locale, del nostro territorio che molti devono scoprire e rivalutare.
Inoltre c’è da considerare un altro aspetto fondamentale: quanto sia coinvolgente farlo con le persone conoscitrici del luogo che come la signora Paola, hanno le competenze storiche e che soprattutto ci mettono tanta passione e amore nel loro lavoro, preservando la storia del borgo di Montecatini Alto.