L’italo-folk-rock degli Ontario tra Svizzera, Canada e Valdinievole
Forse non tutti sanno che nella placida Valdinievole si annida un pezzo di storia della musica. «Eravamo in Svizzera, al Gurtenfestival. Quella volta, nel 1994, abbiamo aperto i concerti di INXS e di Jethro Tull…». Chi parlano sono gli Ontario, rock-folk band valdinievolina che suona (magistralmente) da fine anni 80’ sui palchi di mezza Europa. Sala prove, ore 22. Davanti ho quattro “signori” raggianti, che scalpitano dalla voglia di provare i loro pezzi… ma prima devono sopportare le domande del giornalista. Chi siete? «Nel corso degli siamo stati tanti… e diversi. L’attuale formazione e composta dal cantante Are Buonamici, Sergio Bardi alla chitarra, Simone Avallone al basso e Sergio Leonetti alla batteria». Come vi siete conosciuti? Are risponde: «Eravamo tutti ragazzi valdinievolini con la voglia di cantare e suonare. Inizialmente eravamo io e Roberto Papini, a cui si sono poi aggiunti l’attuale bassista Simone e il batterista Sergio. Ci chiamavamo “Last trip to Toolsa. Poi siamo diventati Ontario, iniziando a cantare le canzoni in italiano, dopo anni di inglese. Abbiamo avuti molti cambiamenti di formazione ma siamo riusciti comunque a far uscire il nostro secondo, e per ora ult imo, a l – bum dal titolo “Mille Strade”». La vostra musica come si puo definire? Are: «E’ un italofolk- rock, con influssi progressive e, ultimamente qualcosa di leggermente pop. E’ difficile dare una definizione sintetica, in 20 anni abbiamo suonato di tutto, dal reggae al rap…» Come mai questo nome? Sergio, il chitarrista: «Perche e un nome immediato, facile da ricordare e soprattutto contiene un riferimento al nostro mito, Neil Young, originario della regione canadese Ontario». Mi e stato detto che in Svizzera siete stati dei vip… «Abbiamo tutti ricordi incredibili dei nostri concerti d’oltralpe. Tutto comincio grazie al violinista della band, lo svizzero Matteo Etter. Grazie anche al suo impulso abbiamo suonato sui palchi di Francia, Austria e Germania, ma soprattutto Svizzera, dove abbiamo avuto le soddisfazioni piu grandi. Non a caso il nostro primo album si chiamo “Toscana Berna Connection”. Sull’onda del successo dell’album abbiamo suonato al mitico Gurtenfestival aprendo i live di Jethro Tull e INXS nel 1994, ma anche su altri palchi internazionali. Per noi fu la realizzazione di un sogno…». E in Italia? «Dalle nostre parti c’era, e c’e tutt’ora, meno sensibilita musicale. I gestori dei locali o gli organizzatori dei festival cercano piu tribute band che gruppi che suonano i loro pezzi. Noi siamo anche una tribute band del nostro mito Neil Young, ma piu di tutto ci piace suonare i nostri pezzi inediti: abbiamo un repertorio di circa 70 canzoni!». Tanti anni di carriera e tantissimi concerti: quel’e stata la vostra migliore e peggiore performance? Risata generale. Parla Are: «L’ultimo concerto, a Bagno a Ripoli, e stato incredibile! Abbiamo suonato alla grande e il pubblico si e lasciato coinvolgere con una carica pazzesca. Probabilmente la peggiore fu tanti anni fa, in un locale sulle montagne svizzere. Il pubblico era totalmente disinteressato, volevano musica da discoteca. Poi arrivo un tizio e stacco la spina agli amplificatori. Ce ne andammo…» Cosa sono gli Ontario adesso? «Un band di musicisti che dopo 20 anni ha trovato la loro maturita artistica. Stiamo lavorando al nostro terzo album, quello della maturita. Ci piacerebbe farlo uscire nel 2016. Il prossimo anno sara un anno davvero importante per noi». Per chi volesse rimanere in contatto con gli Ontario e la loro produzione musicale, consigliamo il sito web http://www.ontarioband.it/ oppure sulla loro pagina Facebbok OntarioBand Neil Young Tribute.