L’eterna Giovinezza e l’esame sul Microbiota Intestinale

Nella società odierna un nuovo argomento si presenta nel panorama medico: gli studi sulla longevità. Essere al passo con i tempi significa quindi saper leggere e interpretare le direzioni della medicina del futuro per rispondere alle esigenze del presente. Sempre più studiosi si interessano alla nutrigenomica, ovvero di come l’espressione genetica possa essere modulata dalla nutrizione, dall’igiene del corpo e dallo stile di vita che può essere attivo o sedentario e dalla scolarizzazione.

In questa direzione vediamo all’orizzonte l’obiettivo di ritardare l’insorgenza di malattie e di come certi alimenti di uso comune possono prevenire o curare la loro comparsa. Questo interesse si è sviluppato perché il nostro sistema genetico per quanto riguarda l’alimentazione non si è ancora del tutto adattato ai cibi “moderni” ed è rimasto anni indietro per cui riesce a gestire bene gli alimenti a cui è abituato da migliaia di anni e meno bene a quelli derivanti dalle moderne tecnologie alimentari ovvero i cibi molto raffinati, poveri di fibre, ricchi di consevanti, elaborati, con OGM, coltivati o allevati in ambienti spesso inquinati che deviano il sistema genetico e concorrono a produrre sostanze che generano stati infiammatori cronici e di conseguenza malattie degenerative; pensiamo alla escalation delle allergie alimentari e malattie autoimmuni come tiroiditi, artriti etc.

Gli studi sul microbiota intestinale si sono rivelati fondamentali perché il suo funzionamento è alla base del nostro benessere. Ma che cosa sarebbe il Microbiota? Il microbiota è stato definito un super-organismo composto da un numero di batteri pari a sei volte il totale delle cellule che compongono l’intero corpo umano e da almeno quattro milioni di tipi di batteri diversi, i quali favoriscono la biodisponibilità di alcuni nutrienti, la metabolizzazione delle calorie, la sintesi delle vitamine, la regolazione del sistema immunitario nella mucosa intestinale, favoriscono la peristalsi intestinale e proteggono la mucosa dalle aggressioni di microorganismi patogeni che favoriscono la “sindrome dell’intestino permeabile”.

Recenti studi dimostrano anche che i batteri possono addirittura incidere sugli  stati d’animo e comportamenti umani stimolando a livello intestinale la produzione di sostanze che influenzano il sistema nervoso centrale, come per esempio la serotonina, principale ormone stabilizzatore dell’umore e il cortisolo, principale ormone dello stress. Tramite una ricerca multifattoriale, ricercatori americani hanno scoperto che una maggior presenza di batteri del tipo Bacteroides è associata a livelli più elevati di serotonina, mentre una maggior presenza di batteri del tipo Rimunococcus è associata a minori livelli di serotonina e maggiori livelli di cortisolo.

Per questo motivo sentiamo parlare dell’intestino come “secondo cervello” e di “asse microbiota-cervello” per indicare la via di comunicazione tra microbiota intestinale e cervello (80% casi in tale direzione) e viceversa. Barry Jacobs, neuroscienziato di Princeton, spiega che la maggior parte degli antidepressivi si concentrano sulla produzione di serotonina e che si potrebbero limitare farmaci se adottassimo uno stile di vita più salutare. La serotonina rappresenta la molecola della stabilità energetica e metabolica, della presenza fisica (hic et nunc), del radicamento nella realtà, del benessere corporeo e della meditazione.

Tutto porta a pensare alla necessità di un approccio olistico che consideri quindi i soggetti nella loro integrità e complessità: organismi biologici, emozionali e spirituali che hanno un serio bisogno di comprendere quale è lo stile di vita più adeguato. La parte delle persone affetta da disbiosi e’ in una condizione caratterizzata dallo squilibrio della flora batterica enterica, problemi di peso che dipendono da un microbioma meno ricco di batteri che favorisce una condizione di diabete di tipo due e reazioni infiammatorie croniche. Anche candida ed il gonfiore intestinale sono problemi molto comuni che potrebbero essere risolti con uno stile di vita più salutare da un punto di vista alimentare e quindi di conseguenza emozionale e spirituale.

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