L’emozione della “Meraviglia”

feb16_meravigliaNel maggio del 2015, sul giornale americano di personalità e psicologia sociale usciva un articolo su uno studio condotto da Paul K. Piff ricercatore alla Irvine California University, in collaborazione con le Universita di Toronto e New York, che ampliava ricerche precedenti sull’emozione della meraviglia. Il team di ricerca confermava non solo che la meraviglia provocasse una dilatazione nella percezione del tempo, causando percio sensazioni di benessere, ma scopriva che essa porta alla relativizzazione del concetto del se e maggiore coesione sociale. Dopo aver sperimentato le loro ipotesi tramite gruppi di controllo, test e questionari online su un numero totale di 2,078 persone, potevano presentare la loro scoperta al grande pubblico. Di seguito all’esperienza della meraviglia, solo i soggetti sottoposti all’esperimento riportavano un incremento di tendenze sociali positive mostrando maggiore generosita nel settore economico, una capacita incrementata nel prendere decisioni etiche e morali, in valori sociali e una flessibilita maggiore nella gestione delle decisioni all’ interno di un gruppo. Aristotele diceva ai suoi scolari che la meraviglia e la scintilla della conoscenza. Ora abbiamo dimostrato scientificamente che essa e un’esperienza non solo di amore verso il sapere ma di trasformazione che e al centro di molteplici processi collettivi. Nell’articolo, gli scienziati spiegano che molti stimoli visivi possono ispirare questa emozione,“da edifici storici ad equazioni eleganti”, ma nelle culture occidentali si manifestano prevalentemente di fronte a “fenomeni naturali dalle dimensioni, scopi e complessita gigantesche”. Una notte stellata, il mare in tempesta, l’oceano, una vista panoramica. In termini piu generali, essi affermano che tale esperienza si puo definire come “la percezione della vastita che espande drammaticamente in qualche dimensione o dominio la struttura di referenze e significati dell’individuo”. Inoltre, essa puo essere suscitata tramite l’esperienza religiosa, la spiritualita, l’osservazione di un’opera d’arte o l’ascolto di un brano musicale. La meraviglia conduce l’uomo verso due tematiche: la sensazione di “essere piu piccoli” in presenza di qualcosa di piu molto grande rispetto al proprio sè e la motivazione ad essere piu compassionevoli ed aperti al prossimo. Durante gli esperimenti, quel senso metaforico del sentire “il proprio se diminuito” veniva suscitato quando l’uomo si trovava di fronte a bellezze naturali. Essi spiegano che questa emozione di stupore portava le persone a sentirsi meno focalizzate sulle preoccupazioni della quotidianita, poteva innescare anche un senso di incertezza e condurre a cercare l’ordine e l’intenzionalita nelle esperienze casuali. Inoltre, i soggetti riportavano la sensazione di essere parte di qualcosa di piu grande come l’appartenenza ad una comunita, ad una cultura, alla specie umana, alla terra. Anche la tendenza alla collaborazione sembra profondamente collegata alla diminuzione dell’enfasi che poniamo sul se, perche si verifica uno spostamento dell’interesse dal piano dell’io a quello di una entita piu ampia rappresentata da un gruppo o dall’ umanita in generale. Questo studio suggerisce alla comunita scientifica di trattare la meraviglia in termini di emozione collettiva perche puo suscitare nell’individuo quelle tendenze cognitive e comportamentali che lo abilitano nella partecipazione collaborativa in gruppi sociali e azioni collettive. Resta un fenomeno sorprendente scoprire come la risposta a stimoli percettivi e intellettuali estremamente soggettivi e individuali tipici in contesti nei quali ci sentiamo fuori dalla realta sociale, per esempio quando siamo isolati e osserviamo stupefatti un cielo stellato, possa avere effetto in un ambito che sembra situarsi al lato opposto, quello sociale. Tuttavia, dimuire l’importanza del proprio se e i propri obiettivi per sentirsi parte di qualcosa piu vasto dell’ego individuale ha i suoi vantaggi. Tale scoperta dunque non e piu una speculazione teorica, concedersi del tempo di fronte a cio ce consideriamo bello, non e solo un piacevole passatempo, ma un impegno che dovremo prendere per noi stessi e per gli altri.

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