Le storie più incredibili (e meno conosciute)… delle Olimpiadi
Agosto 2016, arrivano, finalmente, le Olimpiadi. Le Olimpiadi sono la manifestazione sportiva che piu di tutte vanno ben oltre il concetto di sport: sono storia. Non potrebbe essere altrimenti: il nome “Giochi Olimpici” e stato scelto per ricordare gli antichi Giochi Olimpici che si svolgevano nella Grecia antica nella citta di Olimpia. Il celebre barone francese Pierre de Coubertin alla fine del XIX secolo ebbe l’idea di organizzare dei giochi simili a quelli dell’antica Grecia. Fu cosi che nel 1896, ad Atene, si svolsero le prime Olimpiadi dell’era moderna. Quelle di Rio saranno la 31esima edizione dei Giochi. Si preannuncia un’edizione non facile: e notizia di questi giorni che nel villaggio olimpico di Rio i lavori sono ancora in alto mare, ad ormai una manciata di giorni dall’inaugurazione. L’Australia, per dire, ha annunciato «I nostri atleti non entreranno in quel caos… e inabitabile ». E poi doping! La squadra olimpica russa ha rischiato di essere esclusa in blocco da tutti i Giochi: e stata graziata dal Cio in extremis e quindi solo la selezione di atletica rimarra a casa. Premesse non brillanti ma siamo sicuri che, come sempre, anche queste Olimpiadi racconteranno grande storie di sport e umanita. Lo svolgimento delle Olimpiadi abbraccia oltre un secolo di avvenimenti, di cambiamenti politici, di innovazioni tecnologiche. Basti pensare che nei nel 1932 alle Olimpiadi di Los Angeles per cronometrare i tempi degli atleti c’erano appena 30 orologi azionati a mano precisi nell’ordine del secondo. Nelle prossime Olimpiadi di Tokyo del 2020 grazie al quarzo i cronometri saranno in grado misurare il… decimilionesimo di secondo. Difficile anche solo da pensare. E’ innegabile che di storia in oltre un secolo di Olimpiadi ce ne sia da vendere: sono stati vissuti momenti incredibili, imprese epiche, grandi delusioni. Storie drammatiche, storie di morte, storie di gioia, storie di debolezze… ce n’e per tutti i gusti. Quello Che C’e ha raccolto per voi le piu interessanti… mettetevi comodi ed entrate con noi nel “mood olimpico”. Buona lettura!
Stoccolma, 1912 – E’ il giorno della Maratona 40,2 chilometri dalla capitale svedese e si arriva a Sollentuna e si torna indietro. Il caldo e opprimente nonostante si sia in Svezia. Alla fine saranno ben 34 corridori a non tagliare il traguardo. Francisco Lazaro, dopo 30 chilometri, si accascia a terra esanime colto da insolazione. Morira il giorno dopo. Gli altri 33 non arrivati? Provati ma vivi. Tutti tranne uno. Non si trova. E’ il giapponese Siso Kanakuri. Iniziano le ricerche ma il giapponese e dato disperso. Il suo nome diventa una leggenda col tempo, l’atleta giapponese e introvabile e c’e chi comincia a ipotizzare si sia sposato in incognito con una svedese, chi ipotizza un suicidio in nome del disonore dalla mancata performance. Mistero fitto, fino al 1962: Kanakuri viene scovato da un reporter svedese in Giappone, dove si e rifatto una vita ed insegna geografia a scuola. L’atleta raccontera che a meta gara, vinto dal caldo, trovo ospitalita presso una famiglia svedese che gli diede ristoro e un letto per riposare. Imbarazzato per non aver finito la gara, torno in incognito in Giappone con una nave. Senza dire niente a nessuno e ricominciando una nuova vita.
Anversa 1920 – Il sito del Coni riporta una medaglia di bronza vinta dagli atleti azzurri nella specialita “tiro alla fune”. Uno studioso belga ha pero fatto ricerche piu approfondite e ha scoperto, fotografie autentiche alla mano, che furono gli Stati Uniti a vincere il bronzo. L’ordine di arrivo fu ufficializzato nel 1968. Tutti d’accordo? No: il sito del Coni riporta ancora il bronzo all’Italia. Revisionismo storico.
Berlino 1936 – I Giochi Olimpici di Hitler nella Germania Nazista. L’atleta statunitense di colore Jesse Owens conquisto quattro medaglie d’oro nell’epoca dei pregiudizi razziali. Oltre alle medaglie, con la sua impresa Jesse Owens conquisto il mondo. Berlino osservava attonita un’impresa, al tempo, incredibile.
Melbourne 1956 – Si gioca il torneo di pallanuoto. L’Ungheria e la favorita. In semifinale gli avversari sono i temibili sovietici dell’Urss. Nota storica: solo tre settimane prima i carri armati sovietici hanno invaso proprio l’Ungheria. Una guerra che uccidera 25 mila ungheresi e 7mila sovietici. Una tragedia che conto anche 250mila profughi. In un clima di estrema tensione si gioca la semifinale: Ungheria – Urss, praticamente una finale anticipato in quanto le due squadre sono le piu forti del torneo. Gli ungheresi sono imbattibili e strapazzano i russi per 4 a 0. Cio che il risultato non dice e il massacro avvenuto in vasca. A Melbourne non c’erano le telecamere ma alcuni fotografi e soprattutto numerosi spettatori hanno visto cio che e accaduto in vasca: il sovietico Valentin Prokopov colpi con un pugno Ervin Zador, rompendogli lo zigomo. La piscina si tinse di sangue. Ma non fu l’unico colpo proibito quel pomeriggio, soprattutto da parte dei sovietici. Alla fine l’Ungheria vincente usci dalla vasca tra gli applausi, seppur con qualche giocatore un po’ pesto. Gli stessi ungheresi, qualche giorno piu tardi, vinceranno l’oro olimpico contro gli jugoslavi.
Monaco 1972 – Probabilmente l’edizione dei Giochi piu drammatica di sempre. Il nuotatore americano Mark Spitz vince 7 medaglie d’oro, stabilendo anche altrettanti record del mondo. Una performance rimasta imbattuta fino all’arrivo del fenomeno Michael Phelps, che di medaglie ne conquistera addirittura 8. Ma l’edizione 1972 e offuscata dal drammatico attentato terroristico che costera la vita a 11 atleti israeliane avvenuto il 5 settembre. Un massacro, pianificato ed attuato da terroristi palestinesi, durato piu di 24 ore e seguito in diretta tv da milioni e milioni di telespettatori. Negli occhi di tutti rimarra l’epilogo sanguinoso all’aeroporto di Fürstenfeldbruck. Mark Spitz, di origine ebree, fu considerato un bersaglio per possibili nuovi attentati e venne riportato negli Stati Uniti non appena fu chiara la matrice dell’azione terroristica. I Giochi non vennero sospesi e andarono avanti, dal 6 settembre, in un’atmosfera irreale.
Montreal, 1976 – Gara di pentathlon moderno: l’Unione Sovietica, da sempre al top nella disciplina ma in difficolta nel 1976, affronta la Gran Bretagna. L’esperto Boris Onishchenko affronta Adrian Parker nella prova di scherma. I due si affrontano a viso aperto ma pare che la spia del colpo a segno si accenda prima che effettivamente l’atleta sovietico colpisca l’avversario. Gli inglesi si insospettiscono. Poi e il turno di James Fox il problema diventa palese: la spia si accende prima dell’assalto. La squadra britannica ed esige che la spada del sovietico venga esaminata: all’interno dell’elsa, nell’impugnatura, e presente un pulsante in grado di azionare il congegno elettronico che segnala il bersaglio valido. Osnishchenko squalificato prima e radiato poi, verra cacciato dal villaggio olimpico e si ritirera per sempre dallo sport.
Barcellona 1992 – Cerimonia d’apertura: l’ultimo tedoforo, il cestista San Epifanio, accende il dardo dell’arciere Antonio Rebollo, atleta paraolimpico. Il braciere olimpico si trova dalla parte opposta rispetto a Rebollo, sopra le tribune e quindi si puo accendere solo con una freccia infuocata. Luci spente, atmosfera tesa: solo la freccia infuocata illumina appena la scena. La freccia viene scagliata da Rebollo e si infila con precisione olimpica nel braciere. E’ un trionfo per Rebollo: un colpo leggendario. Sicuri? No. Una troupe televisiva americana svelera il trucco: la freccia di Rebollo e caduta fuori dalle tribune. Il braciere e stato acceso con un sistema automatico. Rebollo vinse comunque una medaglia d’argento, ma quella fu davvero una figuraccia… olimpica.
…lo spazio e tiranno e chi scrive vorrebbe continuare a raccontare le storie piu incredibile dei Giochi Olimpici: come la favola dell’australiano Steven Bradbury, pattinatore di short track oro a sorpresa a Salt Lake City nel 2002 (anche se, a onor del vero, quelle erano le Olimpiadi Invernali) o le imprese del compianto Carlo Pedersoli ai Giochi di Helsinki del 1952. Storie di sport e di grandi uomini, che sicuramente vedremo anche quest’anno a Rio.