Le inutili allerte meteo “un tanto al chilo”
Domenica 24 luglio, fa caldo in Toscana, come quasi sempre questa estate. Sui social network rimbalza un post lanciato dalla Protezione Civile, subito ripreso da alcuni sindaci della Valdinievole (!) e dai quotidiani locali: “Allerta per rischio idrogeologico”. Apro il bollettino in questione e leggo: “Emessa criticita ordinaria rischio idrogeologico idraulico fino alla mezzanotte odierna per temporali in corso su tutta La regione, anche di forte intensita”. Fuori dalla finestra il consueto concerto di cicale: sole cocente e solo qualche nuvola sull’Appennino. Rimango perplesso. Risultato delle ore successive: non una goccia di pioggia sull’intera Valdinievole. C’e stato solo qualche debole temporale serale tra Siena e Volterra. La ratio di questa pagina non e denunciare una previsione sbagliata: la meteorologia, si sa, e una scienza inesatta e le previsioni, anche a brevissimo termine, possono essere sbagliate. Quello che rende perplessi e confusi e il sistema delle allerte meteo, che sembra essere strutturato piu per scaricare responsabilita da parte degli organi competenti in caso di calamita che per proteggere le persone. Del tipo: “Noi vi abbiamo avvisato, se poi succede qualcosa non venite a dire che non ve l’avevamo detto”. Domenica 24 luglio il Centro Funzionale Regionale ha emesso l’avviso per “criticita ordinaria”, che gia di per se e un ossimoro: o e una criticita o e ordinaria. L’allerta era di colore giallo, si prevedevano cioe “Eventi potenzialmente pericolosi ma circoscritti, per cui e difficile prevedere con anticipo dove e quando si manifesteranno. A livello regionale viene attivata una fase di “vigilanza” particolare relativa all’evoluzione dei fenomeni meteo”. Questo e cio che riporta il sito della Regione Toscana (v. www.regione.toscana.it/allertameteo/ il-sistema-di-allertamento). In altre parole dal Centro Funzionale, e a cascata dai sindaci sui social network e dai giornalisti sui quotidiani, e stata diffusa “un’allerta” per attivare “una vigilanza” per “eventi potenzialmente pericolosi”. Sembra una supercazzola tratta dal film “Amici Miei ” di Mario Monicelli, ma e cio che e realmente accaduto. Ovviamente non e la prima volta che succede: ogni poche settimane vengono lanciate “allerte meteo” in assenza di situazioni di vero pericolo. Assistiamo ad un continuo abuso della parola “allerta” da parte degli organi competenti. “Allerta” e una parola di un certo peso: riporta ad una condizione di pericolo, una situazione che potenzialmente puo mettere a repentaglio la salute delle persone. Non la si puo utilizzare con leggerezza. Il rischio e semplice: gridare “al lupo, al lupo” troppe volte significa farsi trovare impreparati quando l’allerta anticipera una situazione veramente pericolosa, come un’alluvione o una forte nevicata. Organi competenti, ma anche sindaci e amministratori pubblici, dovrebbero andarci piano con il diramare allerte un tanto al chilo: ne va della credibilita della Protezione Civile e di tutta la rete preposta alla sicurezza delle persone. Un po’ come ho fatto io in questo articolo. Pensateci: ho utilizzato la parola “allerta” 13 volte, svuotandola praticamente del suo significato intrinseco di urgenza e cautela. Se adesso vi urlassi “allerta!”, voi lettori non stareste piu in guarda, ma mi prendereste semplicemente per un matto che ripete sempre le stesse cose. Ignorando pero quell’enorme temporale che sta per allagare casa vostra e trascinando a mare la vostra auto insieme al vostro motorino.