Il Tornado di Venezia: perché da noi non può accadere (?)
Alle 17 di mercoledì 8 luglio in Toscana splende il sole e fa caldo. È la classica giornata estiva di inizio luglio, non c’è una nuvola. Nulla lascia presagire che oltre l’Appennino, tra Venezia e Padova, si stia scatenando uno dei tornado più forti di sempre mai registrati sul territorio italiano. L’inferno si scatena precisamente tra Dolo e Mira, 10 chilometri ad ovest di Venezia. Qui il tornado tocca terra e per circa 4 chilometri devasta tutto ciò che incontra sul suo cammino: le case vengono scoperchiate, le auto sollevate in aria e ribaltate, gli alberi letteralmente sradicati e risucchiati. Rimangono ferite 70 persone ed un uomo perde la vita. Un disastro. I tornado di tutto il mondo vengono classificato sulla scala Fujita in base ai danni provocati al suolo. Quello di Venezia è classificabile EF3 su una scala di 5, ma non è escluso che in alcuni momenti sia arrivato a EF4: il vento nel momento di picco ha superato i 300 km/h, “arando” letteralmente il terreno su cui si è poggiato. Perché si è scatenata una tale devastazione? I tornado in Italia sono tutt’altro che rari, specialmente in Veneto, che è la regione con la più alta frequenza di questi fenomeni. La tromba d’aria di mercoledì 8 è stata generata dallo scontro tra aria fredda in arrivo dal nord Europa che ha valicato le Alpi incontrando sulla Pianura Padana aria molto calda e umida portata nei giorni precedenti dall’anticiclone africano. Le due masse d’aria a contatto hanno generato una violenta supercella, vale a dire un temporale molto forte caratterizzato, in parole povere, da una bassa pressione rotante al suo interno che può generare un tornado, esattamente come quello di Venezia. Se è vero che i tornado in Italia non sono generalmente rari, è vero che un tornado EF3/EF4 non si vede tutti i giorni. Negli ultimi anni si è registrato meno di un EF3 all’anno in media, quasi tutti concentrati tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. E in Toscana? In Toscana le trombe d’aria sono effettivamente rare. Fanno eccezione le trombe marine, mulinelli d’aria sulla superficie marina che solitamente sviluppano venti non superiori a 70/80 km/h, particolarmente comuni verso la fine dell’estate. Sulla terra ferma eventi del genere sono più sporadici. Nelle nostre zone l’ultimo vero tornado si è registrato l’8 novembre 2003, quando una supercella generò un vortice all’altezza del Padule di Fucecchio che risalì la Valdinievole fino a Monsummano Terme, dove perse forza per poi dissolversi. Quel giorno furono registrati venti fino a 130km/h portando l’evento ad essere classificato come EF2. Il tornado arrecò gravi danni ad alcune case e allo stabilimento Icav nel Fossetto. Prima di quella, un’altra tromba d’aria colpì pesantemente Montecatini Terme e la sua pineta il 2 agosto 1968. Tempesta = Tornado? Niente affatto. Nel recente passato la zone della Valdinievole è stata devastata da due eventi caratterizzati dal forte vento. Uno è stato il distruttivo downburst che investì la zona tra Larciano e Cerreto Guidi il 19 settembre 2014, mentre l’altro è stato la tempesta di grecale della notte del 5 marzo. In entrambi casi la furia del vento fu distruttrice, ma nessuno dei due eventi è stato originato dalla presenza di un tornado.
Francesco Storai