Gabriele Rossetti, medaglia d’oro a Rio 2016 intervistato da Quello Che C’è
Lo incontro fucile in spalla e occhiali da tiratore sul volto, mentre si avvia verso le postazioni di tiro: ≪Ciao… mi alleno mezz’ora e poi facciamo l’intervista, ok?≫. Va piu che bene. Rimango spiazzato, dopo le fatiche di Rio 2016 non credevo di trovarlo ancora a lavoro. Incontro suo padre, Bruno Rossetti, gia medaglia di bronzo a Barcellona 1992: ≪Si sta allenando per le finali di Coppa del Mondo di ottobre – dice il padre –, dopo Rio non ha smesso di allenarsi un solo giorno≫. Gabriele Rossetti ha 21 anni, un oro olimpico al collo e le idee ben chiare sul suo futuro sportivo: continuare ad essere il migliore di tutti nella sua disciplina, lo skeet. E sta riuscendo nell’intento: dopo aver vinto tutto nelle categorie juniores, Rossetti ha iniziato a competere con i “grandi” a soli 19 anni, vincendo la Coppa del Mondo nel 2015 e raggiungendo il terzo posto nel Mondiale lo stesso anno. Poi, il trionfo di Rio. Dopo l’allenamento, Gabriele ritorna al suo “quartier generale”, una sala del tiro a volo di Pieve a Nievole gestito dal padre Bruno. Sistema il suo fucile nella custodia ed e pronto per l’intervista per Quello Che C’e. Gabriele, quando hai capito che stava arrivando una medaglia olimpica? ≪E’ stato in semifinale, sentivo che stavo sparando bene e ho pensato anche a godermi il momento. Qualcosa poi e scattato, ho sentito un brivido, una sensazione strana e ho capito che non avrei piu sbagliato. Ho tirato con sicurezza e in finale non ho sbagliato nulla≫. Come si mantiene la calma in quei momenti? ≪Non e stato facile. Quando ho avuto la certezza che sarebbe arrivata la medaglia mi e venuta voglia di piangere dalla gioia, mi sono sforzato di non farlo. Ho cercato di immaginarmi ad una gara qualunque e ho tirato normalmente fino alla fine≫. Quanto ti alleni per arrivare a questi livelli di eccellenza? ≪Sparo circa cinque giorni su sette ogni settimana. Oltre ad allenarmi col fucile, faccio palestra per tenermi tonico ma senza esagerare, nel tiro a volo non servono troppi muscoli. Sto attento all’alimentazione, mangio sano e leggero. Bisogna poi aver cura della propria mente: pochi stravizi e le giuste ore di sonno per recuperare energie mentali. Ho avuto la fortuna di crescere in una scuola di tiro a volo, e stato una fortuna innegabile per il mio percorso sportivo≫ Qual’è il tuo prossimo impegno sportivo? ≪Mi sto allenando per l’ultima fatica dell’anno, le finali di Coppa del Mondo di Roma ad ottobre. Arrivo come campione in carica. Sono il piu forte e so di esserlo. Sono anche il mio piu grande nemico: la testa di un tiratore e l’avversario piu temibile da combattere. Spero di battere ancora una volta Vincent Hancock (medaglia d’oro a Pechino 2008 e Londra 2012, n.d.A.) perche competere con i migliori mi da ancora piu gusto≫ E dopo, vacanze? ≪Finalmente, dopo questa gara, stacco anche. Francia, Montecarlo e Dubai… queste le mete≫. Come cambia la vita dopo aver vinto l’oro ai Giochi Olimpici? ≪Io sono sempre lo stesso di prima. Sicuramente vincere una gara come quella di Rio infonde piu sicurezza, piu fiducia e piu forza per raggiungere i prossimi traguardi sportivi. Io, pero, non mi sento cambiato come persona≫. La cosa più bella e più strana vista a Rio? ≪La piu bella e stare spalla a spalla con i campioni per cui hai sempre tifato da casa: ho visto i miei idoli del tennis, del basket… e stato fantastico. La piu strana e stata stare nel villaggio olimpico insieme a persone da ogni parte del pianeta, con le loro culture, le loro abitudini… e le loro stranezze, come la pizza a colazione≫. La Valdinievole puo essere consapevole di avere in casa uno sportivo che fara ancora parlare di se negli anni avvenire. Gabriele Rossetti e il migliore nel tiro a volo e ha tutta l’intenzione di voler continuare ad esserlo. Noi di Quello Che C’e ci limitiamo per il momento ad augurargli “in bocca al lupo”, convinti di tornare ad intervistarlo in futuro… quando le medaglie olimpiche al collo potrebbero essere piu di una.