Cos’è il Glifosato, il diserbante che mette a rischio l’agricoltura europea

apr16_glifosatoIl Glifosato – uno dei diserbanti più utilizzati al mondo – è al banco de­gli imputati di fronte alla Commis­sione Europea, la quale deve deci­dere se autorizzare o proibire il suo uso in agricoltura. Ma che cos’è que­sto pesticida potenzialmente cance­rogeno di cui si fa molto parlare ne­gli ultimi mesi? Il Glifosato (formula chimica C3H8NO5P) è un composto scoperto intorno agli anni 50 che si diffuse in agricoltura dagli anni 70. È definito “diserbante non selettivo” in quanto è una sostanza che impe­disce indistintamente lo sviluppo dei vegetali. Inizialmente utilizzato in tutte quelle aree fortemente inte­ressate da massiccia presenza di in­festanti, il Glifosato venne introdotto nel settore agricolo in seguito allo svi­luppo di alcune cultivar (varietà bo­taniche di piante coltivabili) in grado di resistere alla sostanza. Abbinan­do il Glifosato al diserbante era dun­que possibile eliminare la presenza di qualsiasi altra tipologia di infestante senza andare ad intaccare la coltura principale. La produzione del poten­te erbicida era appannaggio esclusi­vo della multinazionale Monsanto fi­no al 2001, che lo commercializzava con l’etichetta RoundUp, mentre dai primi anni Duemila, la scadenza dei brevetti hanno consentito la libera produzione dell’erbicida.

Nell’Unione Europea l’autorizzazio­ne all’utilizzo di Glifosato è scaduta il 31 dicembre 2015 ed è stata tem­poraneamente prorogata fino al giu­gno 2016 in attesa di una nuova de­cisione. Le associazioni ambientaliste vogliono proibire l’uso di Glifosato: all’inizio erano 32 solo in Italia, ma il numero di associazioni ambientali­ste e non che esprimono preoccupa­zione nei confronti dell’uso di questa molecola sta progressivamente cre­scendo. La principale accusa nei con­fronti del Glifosato consiste nel peri­colo cancerogeno che è stato messo in luce da uno studio dell’IARC – Isti­tuto per la ricerca sul cancro dell’Or­ganizzazione Mondiale della Sanità. Lo studio, pubblicato l’anno scor­so, dichiara che il composto è “sicu­ramente cancerogeno per gli anima­li e fortemente a rischio anche per l’uomo”. La Commissione e i vari Stati membri stanno esaminando i dossier con tutti i dati e le indicazioni riguar­danti il Glifosato, e devono decidere se autorizzarne o negarne l’uso nell’a­rea UE per altri 15 anni. Il rinvio della decisione è dovuto alle divergenze di posizione di IARC – che pronuncia la presunta pericolosità della molecola – e l’Autorità europea per la sicurez­za alimentare EFSA, che invece sostie­ne l’improbabilità che il Glifosato sia cancerogeno per l’uomo. In via cau­telativa dunque, l’UE rimanda la deci­sione in merito impugnando il prin­cipio di precauzione. Le associazioni ambientaliste, chiedono dunque il di­vieto definitivo di produzione di Gli­fosato così come la sua commercia­lizzazione. L’8 marzo la Commissione Europea riunita per decidere il desti­no dell’erbicida, ha rinviato la deci­sione dopo che anche 4 Stati mem­bri – Italia, Francia, Olanda e Svezia – si erano opposti al rinnovo della li­cenza. Alla Svezia, l’unico paese che prima dell’8 marzo si era schierato contro il Glifosato, si sono dunque ag­giunti altri tre stati, mentre ulteriori pressioni a favore del no sono state avanzate da alcuni gruppi politici del Parlamento europeo, tra cui Social­democratici e Verdi, a dimostrazione del fatto che la preoccupazione nei confronti di questa tematica stanno aumentando con il passare dei gior­ni. La decisione della Commissione è stata dunque rinviata al prossimo Co­mitato europeo in programma il 18 e 19 maggio.

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