Accoglienza profughi, politica e rischio business

mar17_profughiSuo malgrado, è diventato un ca­so nazionale: parliamo dei mi­granti accolti a Marliana. Nei pri­mi giorni di febbraio la vicenda è salita agli onori della cronaca italiana dopo le parole del sindaco Marco Traversa­ri: alla notizia di altri migranti in arrivo nel piccolo paesino di montagna il sin­daco ha tuonato «Se arrivano davve­ro, io mi dimetto». Si, perchè in tutto il comune di Marliana (che comprende un vasto territorio sulla montagna pi­stoiese) risiedono 3.200 abitanti, ma nel borgo storico centrale ne vivono si e no una cinquantina. In paese, tra canonica e strutture private, erano già una ventina i profughi ospitati.

Tra il 6 e il 7 febbraio ne sono arrivati altri 27, che hanno portato ad oltre 50 il numero di persone ospitate nel solo centro storico. Un numero, a detta di molti, improponibile per via della pro­porzione tra residenti e profughi. E’ co­sì che il sindaco si è lasciato andare al­la minaccia di dimissioni, registrando il suo messaggio e diffondendolo via telefono a tutti i residenti. E’ scoppiato un putiferio politico: il Partito Demo­cratico ha parlato di «parole irrespon­sabili da parte del sindaco», mentre i politici di destra hanno solidarizzato con Traversari perchè «esasperato da una situazione insostenibile».

Ad ogni modo, due giorni dopo i nuovi arrivi di migranti, il sindaco Marco Traversari ha fatto totale dietrofront: «Avevo an­nunciato le mie dimissioni sperando che questa mia provocazione portasse a qualche cambiamento, ma avendo ricevuto dalla prefettura la comuni­cazione che sono in arrivo altri pro­fughi all’albergo di Marliana, mi sono convinto che adesso è fondamentale ricoprire al meglio la mia carica di sin­daco».

Tutto bene, tutto finito? Ni. Il sindaco è rimasto al suo posto così co­me i migranti, ospitati all’hotel Europa e nelle altre strutture messe a dispo­sizione dai proprietari. Gli animi sono però inquieti e l’opinione pubblica di­visa. Molti dei cittadini marlianesi, ca­so limite per proporzione migranti-re­sidenti, non è contraria all’accoglienza di queste persone ma ovviamente non tutti sono d’accordo. A Marliana, come in altri centri della Valdinievole, il motto “Basta accoglienza, prima gli italiani” diventa sempre più diffuso ed esasperato. Ospitare dignitosamente delle persone bisognose (fino a prova contraria) comporta comunque dei costi sociali non indifferenti.

Secondo uno degli ultimi bandi indetti per la gestione dei migranti, ogni soggetto incaricato all’accoglienza ha diritto a 32,5 euro al giorno per ogni migran­te ospitato presso le strutture di sua competenza. Nonostante questi epi­sodi, il modello Toscana di “accoglien­za diffusa” è considerato uno dei mi­gliori presenti sul territorio nazionale in quanto, almeno in linea teorica, non crea ghetti ma cerca, nei limiti del pos­sibile, di integrare gli stranieri dentro il tessuto cittadino. Insomma: i migranti che hanno la buona sorte di arrivare in Toscana stanno meglio rispetto ad altre zone d’Italia, mentre tra i cittadi­ni si alternano indifferenza, ospitalità e rabbia. Le elezioni però sono dietro l’angolo e il tema dell’accoglienza, più che un’emergenza umana, diventerà terreno di scontro tra i contendenti alla poltrona di sindaco e al governo.

Francesco Storai – Dir.

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