È morto Yisrael Kristal, l’uomo più vecchio del mondo sopravvissuto all’Olocausto
HAIFA (Israele) – 113 anni. Quasi 114, visto che per festeggiarli gli mancava solo un mese. Eccola l’incredibile età alla quale è morto l’uomo più vecchio del Mondo, Yisrael Kristal. Che si è spento in un assolato pomeriggio ad Haifa, la sua città adottiva. Yisrael è stato un uomo la cui storia ha attraversato svincoli, bivi e momenti cruciali della storia dell’umanità intera. Ebreo polacco, ha vissuto infatti da trentenne in forze la sciagura senza pari dell’Olocausto. Nato in una borgata a poco più di 100 chilometri da Varsavia nel lontano 1903, ad Yisrael l’invasione nazista portò via tutto: la sua attività di pasticcere, la sua salute e la sua adorata moglie, deportata come lui in quel pezzo d’inferno piovuto sul mondo che era il campo di concentramento di Auschwitz.
Quando arrivarono i sovietici a “liberare” il campo, Yisrael era l’ombra di se stesso: pesava 37 chili e stentava a parlare. Della moglie non seppe mai più nulla: il suo corpo, il suo amore, la sua presenza erano oramai dispersi nel vento. Di quella esperienza così inumana Yisrael non parlò molto durante tutta la sua lunghissima vita: nelle poche, pochissime uscite pubbliche (interviste, incontri, dibattiti) l’uomo più vecchio del mondo diceva di Auschwitz solo che era un luogo nel quale “accadevano cose inimmaginibili”. Schivo, riservato ma sempre sorridente, Yisrael nel 1950 aveva radicalmente cambiato vita: con la seconda moglie si trasferì in Israele, ad Haifa, dove impiantò un’attività di dolciumi. Sconfiggendo così quel destino beffardo che lo aveva voluto poco più che trentenne ebreo polacco negli anni del nazismo, Yisrael ha condotto una vita feconda, piena di soddisfazioni: dalla seconda moglie ebbe un figlio, e poi nipoti, bisnipoti, fino all’iscrizione inaspettata nel Guinness dei Primati, certificata nel 2016. Quando gli fu notificata l’iscrizione, il signor Kristal commentò a suo modo: “Non conosco il segreto per allungare la vita. Credo anzi che non dovremmo mai sapere troppi perché”. Una storia di bivi e di incroci quella dell’uomo più vecchio del mondo. Il cui destino – come diceva lui stesso – era “scritto dall’alto”, e sul quale non si faceva – come abbiamo detto – troppe domande.
Così Yisrael era arrivato ad essere il nonno del Pianeta. Lui, che doveva essere morto chissà quante volte in quel malefico campo di concentramento è diventato l’uomo più vecchio del mondo. A volte, i fili del destino sono più temibili e forti di qualsiasi volontà umana. Però, fa venire la vertigine pensare a chissà quante altre storie lunghissime, riservate e sorridenti come quella di Yisrael l’ebreo polacco siano state divelte dalla furia della sordida follia umana, in quegli anni terribili come in ogni epoca della nostra lunga storia. Tranciate, tagliate, sepolte: sconosciute. Fa venire la vertigine pensare alle sue migliaia di gesti, lacrime, attimi, emozioni, voglie e passioni. Una vertigine alta capace di renderci un poco più umani anche in questa nostra epoca che, mai come adesso da decenni, torna ad essere pericolosa per la salvaguardia umana e sorridente dei destini degli uomini e delle donne.