Dal 2017 Google e Levi’s produrranno i supertecnologici “vestiti-smart”

giu16_levissmartLa tecnologia è sempre più indossabile e a portata di tutti, per la nostra vita quotidiana. Pensate a un oggetto ormai di uso comune, come un cellulare, anzi, uno smartphone, a tutte le attività che ormai vi si compiono grazie alla connessione internet e alle varie applicazioni, in aggiunta a quelle “classiche” come le telefonate. E pensate adesso se poteste utilizzarlo senza neppure estrarlo dalla tasca ma, semplicemente, sfiorando il tessuto particolare della speciale giacca che indossate. E’ l’idea alla base di “Project Jacquard”, una sinergia tra Google e Levi’s che, dal 2017, renderà possibile compiere tutta una serie di attività (come, ad esempio gestire chiamate, musica, messaggi ma anche l’agenda e Google Maps) semplicemente sfiorando il tessuto dell’abito che indossiamo. I gesti sono gli stessi divenuti abituali su tablet e smartphone: un passaggio verticale della mano sulla manica della giacca consente, per esempio, di regolare il volume della musica; un passaggio in orizzontale permette di muoversi fra le varie funzioni, ricevendo tutte le informazioni attraverso l’auricolare. La centralina di comando è un pulsante in plastica nera agganciato alla manica, che può essere staccato e ricaricato via Usb. Tolto il pulsante, la giacca con tutti i suoi sensori può essere lavata in lavatrice, senza che i suoi componenti si danneggino. Pensate alla evidente utilità della giacca per chi è solito attraversare la città in moto o in bicicletta e non vuole trovarsi a frugare nelle tasche o rischiare nel traffico dovendo guardare lo schermo. Ma le possibili applicazioni della tecnologia sono molto più ampie: dall’integrazione dei comandi per radio e climatizzatore nei sedili delle automobili alla gestione di stereo, televisione, assistenti virtuali e altro attraverso il tessuto del divano di casa. Project Jacquard è sviluppato dal gruppo ATAP (Advanced Technology and Projects) di Google, ed era stato presentato esattamente un anno fa. Dopodiché se n’erano un po’ perse le tracce, probabilmente anche a causa di qualche difficoltà riscontrata nei primi test. Nonostante quelli eseguiti con i robot avessero dato un tasso di risposta corretta ai comandi del 95 per cento, le cose erano andate meno bene con gli esseri umani: solo il 77 per cento. Troppo poco per poterla considerare una tecnologia affidabile. Questi limiti erano stati descritti recentemente, durante la conferenza “Human-Computer Interaction” che si è svolta nella prima settimana di maggio a San Josè, in California. Già in quell’occasione, però, il capo del progetto Ivan Poupyrev aveva fatto sapere che le percentuali stavano migliorando a vista d’occhio. E, evidentemente, dalle parti di Google sono sicuri che a breve queste problematiche saranno risolte del tutto, visto che è stato annunciato che la fase beta dei test inizierà questo autunno e che i primi capi nati dal Project Jacquard saranno in vendita nella primavera del 2017.

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