Il Canile Hermada di Montecatini
“Siamo una vera e propria impresa sociale”. Così, sciogliendosi in un amaro sorriso definiscono il loro impegno passato, presente e futuro Loriana Nerli e Marcella Aronni, rispettivamente ex e attuale presidente in carica dell’Associazione che gestisce e tiene le fila del Canile Hermada di Montecatini, una vera e propria istituzione dell’associazionismo nostrano al quale abbiamo voluto dedicare la nostra pagina dei personaggi eccellenti.
Un personaggio plurale, già presente da qualche mese sulle nostre pagine nella rubrica degli animali, che abbiamo voluto raccontare con il giusto impegno e l’altrettanta attenzione proprio nel mese di agosto, quello nel quale tradizionalmente si penserebbe che si concentrino gli abbandoni di amici a quattro zampe. “Oramai da qualche anno – mi contraddicono – non è più così”. Perché la crisi morde in tutti i mesi dell’anno. “Sì, infatti. A occhio, l’abbandono non è più quello fatto da una famiglia che va al mare e per la quale il cane diventa un fastidio. È più un peso economico, un taglio di una riga di bilancio familiare”. “Verrebbe da dire – affermo conversando – che il ‘bastardo’ (parafrasando una famosa pubblicità antiabbandono che affermava ‘il vero bastardo sei tu’) lo sia un po’ meno…”. “No, il bastardo è sempre bastardo, perché sempre di abbandono stiamo parlando, solo che adesso ha motivazioni più tragiche…”. E di situazioni tragiche, quelli del Canile Hermada, ne hanno viste tante: “Quando si lavora – raccontano – con gli animali si incontra una umanità spesso molto complicata, molto difficile, molto varia”. Storie brutte, di abbandono e trascuratezza, di degrado e difficoltà, “perché quando un cane è maltrattato vuol dire che ha a che fare con un essere umano che ha tanti problemi”, dicono. Per questo è importante l’azione di sensibilizzazione, per questo la pongono al centro del loro lavoro da sempre: “Abbiamo sempre cercato di spiegare, di far capire, di informare. Perché noi siamo chiamati dalla nostra sensibilità ad essere la voce di animali che non parlano, e di farla ascoltare, quella voce, a persone che magari non hanno la nostra stessa passione, la nostra stessa sensibilità, il nostro stesso approccio. Per questo è importante la mediazione”.
Lavorando con sette Comuni (Montecatini, Monsummano, Larciano, Lamporecchio, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese e Massa e Cozzile), probabilmente il loro pensiero, parlando di mediazione, va anche alle istituzioni con le quali si trovano in contatto: “Dipende molto dalla persona con la quale ci si trova a lavorare, dall’amministrativo al politico. Certo, con le dovute differenze, abbiamo sempre trovato un ambiente collaborativo”. Parlando di futuro, il sogno rimane quello del Parco Canino: “Sarebbe bello se il canile diventasse un luogo pubblico, bello, nel quale passare del tempo, nel quale magari trovare pure servizi per i possessori di cani. I valdinievolini – mi dicono sollecitate a dare un giudizio – saprebbero sicuramente apprezzarlo. Per farlo, servirebbe lo spazio giusto. E i fondi necessari”. E ora c’è da fare economia sia dell’uno, che degli altri. E parlando di presente, invece, il centro del lavoro del canile rimane sempre uno: “L’adozione. Noi cerchiamo sempre di trovare una soluzione, siamo sempre disponibili a guidare chi fosse solo interessato nel capire cosa voglia dire prendersi cura di una bestiola bisognosa di affetto e di cure”. Il tutto, anche con un filo diretto, il numero 334 6211610, sempre disponibile, anche in caso di emergenza: “Presto avremo anche una ambulanza veterinaria” mi dicono, mostrandomi le foto. Perché su questo ci possiamo davvero contare: quelli del Canile Hermada, per dare voce a chi non sa parlare, ci saranno sempre.
Chiara Torrigiani