Roberto Pinochi, la memoria storica di Montecatini (e non solo…)
MONTECATINI – In città lo conoscono proprio tutti: chi per i suoi trent’anni e oltre come funzionario all’ufficio anagrafe del comune («presto o tardi, da me son passati tutti!») chi per le sue innumerevoli conferenze e ricerche sui più diversi temi storico-culturali. Stiamo parlando di Roberto Pinochi, montecatinese doc, vero punto di riferimento per la ricerca e la cultura sul territorio della Valdinievole: la passione per la storia è sfociata nella ricerca di testimonianze e documenti, “inseguiti” nelle biblioteche e negli archivi comunali, termali e arcivescovili. Grazie alla sua intraprendenza e alla sua curiosità è stato possibile far luce su molte vicende storiche Valdinievoline, far emergere documenti di grande interesse e storie dimenticate o sconosciute. Signor Roberto, com’è nata la passione per la storia? «Già da piccolo la storia mi piaceva molto. Sono sempre stato un curiosone, soprattutto per quanto riguarda Montecatini e dintorni. Un giorno lessi un libro “La Guerra di Siena”, di Roberto Cantagalli. Avevo trent’anni, mi ricordo del racconto di Piero Strozzi in Valdinievole nel 1554… rimasi folgorato, volevo saperne di più. Andai a Firenze in biblioteca per documentarmi, ai tempi non c’era internet, e piano piano arrivai a scrivere un libro sull’assedio di Montecatini Alto. Da lì non ho più smesso di fare ricerca, di incuriosirmi, di indagare sulla storia». Quali sono le vicende storiche che più la appassionano? «La storia della nascita delle nostre Terme, le Leopoldine, lo sviluppo dei bagni termali di fine ‘700. A quei tempi il paese di Montecatini “basso” praticamente non esisteva, la civiltà era a Montecatini Alto. Poi nacquero le terme e gli alberghi, e tutto cambiò: la vita si spostò in pianura. Il sistema alberghiero di Montecatini si sviluppò alla svelta. Non a caso, nella storica Locanda Maggiore nel 1840 apparve il primo divieto sul fumo d’Italia: i signori ospiti si intrattenevano fumando e giocando a carte. Il fumo era talmente denso che si spandeva anche nelle stanze attigue, disturbando gli altri ospiti dell’albergo. Da lì la necessità di limitare tutto quel fumo. Montecatini è piena di queste storie…» Le piacerebbe rivivere quei tempi, da cittadino? «Ovviamente. E’ vero, a livello culturale a Montecatini non c’era molto ai tempi delle prime Leopoldine: non c’erano teatri, non c’erano circoli culturali. Solo alberghi e terme, al massimo qualche gelateria. In particolare sarebbe bello rivivere il momento in cui Montecatini riuscì a raggiungere l’indipendenza da Montecatini Alto. C’era fermento… e pure qualche scontro». Ad esempio? «Il consiglio comunale si faceva a Montecatini Alto. Un giorno, intorno al 1890, di ritorno dalla seduta consigliare, qualcuno aspettò la carrozza dei consiglieri comunali di Montecatini “basso” dietro ad un cespuglio e sparò dei colpi di pistola. Chi sparò non voleva uccidere, ma era un avvertimento chiaro: la divisione tra Montecatini Alto e basso a qualcuno non andava giù. Sono sicuro che da qualche parte esiste almeno un diario che racconta minuziosamente quei giorni pieni di cambiamenti… il mio sogno sarebbe scovarne uno e scoprire cosa si provava a viverli in prima persona». Molto spesso le sue ricerche si trasformano in saggi o addirittura in romanzi. Quanti ne ha scritti? «Ho scritto 8 libri, più molti altri contributi per riviste o altre pubblicazioni. Mi piace fare dei “lacchezzi” letterari, ricamare sulla storia e sugli avvenimenti per raccontare le vicende dei personaggi. Ho scritto un romanzo storico dal titolo “Santa Barbara e la Granduchessa” e un altro è in preparazione… » Ci dica di più. «Io inizio a scrivere, ma non so dove la storia andrà a parare. Questo nuovo romanzo si ambienta ai tempi di Giuseppe Verdi. L’incipit è Temistocle Solera, uno dei librettisti di Verdi, in attesa del Maestro alla stazione di Montecatini Terme. Temistocle è caduto in miseria, e vuole chiedere a Verdi un aiuto…». Per i lettori che volessero un saggio delle capacità di Roberto Pinochi come ricercatore e divulgatore non resta che andare a pagina 127… e leggere!